Vamba rende omaggio a Collodi (Il giornalino della Domenica) 1906




Il 24 giugno 1906, sotto la direzione di Vamba (Luigi Bertelli) e per i tipi di Bemporad, aveva visto la luce a Firenze «Il giornalino della Domenica», settimanale illustrato per ragazzi, che «farà di tutto per contentare tutti; e a me, indegnamente chiamato a fondarlo e a dirigerlo, dànno affidamento di buona riuscita i geniali artisti e gli scrittori e le scrittici che più godono meritata fama nel pubblico italiano, e che vollero con squisita bontà promettermi il loro valido aiuto».

Pubblico l'articolo apparso nel Anno I - N° 23 del 25 Novembre 1906
il cui numero della rivista fa parte della collezione Rames Gaiba.

Buona lettura!



Qua voi tutti, ragazzi che avete riso e pianto sugli episodi comici o tristi dei personaggi che Collodi creava e faceva vivere per voi, qua, ragazzi intorno a Lui, a festeggiare lo scrittore diletto, oggi ch'è la sua festa.
Noi, per festeggiarlo, abbiamo voluto che questo numero del Giornalino della Domenica fosse specialmente a Lui dedicato; abbiamo pregato il fratello suo, Ippolito Lorenzini, di evocare i lontani anni dell'infanzia e i teneri ricordi familiari; e ciascun di noi ha offerto alla cara memoria di Collodi un fiore nel quale  è ancora un po' di profumo della nostra innocenza perduta. Ma voi, ragazzi, facendoci corona in questa buona intenzione che ci muove, sarete della festa l'ornamento migliore e a Lui più gradito; e le darete la gaiezza sana e vivace de' vostri colori e la freschezza fragrante delle vostre piccole anime ingenue che si schiudono all'amore di tutto ciò che è buono e bello.
Ed Egli sorriderà nella sua faccia aperta e gioviale, del sorriso che illuminava i suoi limpidi occhi sereni quando, scrivendo per voi, prevedeva il sorriso nei vostri intenti alla preferita lettura.
Egli ebbe le virtù migliori per interessarvi e per commuovervi. Fi soldato della Patria nei tempi eroici del suo risorgimento e voi ammirate gli uomini coraggiosi, che si battono contro i sopraffattori; egli aveva l'anima piena di sentimenti delicati e squisiti (quell'anima che gli suggerì di dare tutta la sua opera di scrittore al nome del paese della sua mamma a Collodi), e a voi, ragazzi, avvolti nelle tutelatrici tenerezze materne, la gentilezza piace; egli era, sebbene illustre, un modesto uomo alla buona, e voi vi stringete subito di sviscerata amicizia con chi non ostenta alla vostra presenza la superiorità della propria statura.
Egli vi amò molto, ed è naturale che voi molto amiate lui. Vi amò e vi capì; e nei personaggi dei suoi libri, che ancor sono de' migliori nella letteratura a voi dedicata, seppe ritrarvi vivi e parlanti, con tutte le vostre qualità buone e cattive, senza calunniarvi e senza adularvi, non dipingendovi né tutti angioli né tutti diavoli, ma raffigurandovi nella vita quali siete.
Egli non vi faceva prediche: le aveva a noia come le avete a noia voialtri; ma vi sapeva presentare con grande ed efficace semplicità, sempre in contrasto fra loro, il bene e il male, in modo da entusiasmarvi per l'uno e scandalizzarvi dell'altro, ma divertendovi sempre, non fugando mai dal vostro volto il sorriso, ch' è la cosa più bella e più buona che avete.
Qui, dunque, ragazzi, intorno al buon Collodi che vi volle tanto bene e al quale volete tanto bene e festeggiatelo, chè è oggi la festa sua; e possiate ancora per molti anni deliziarvi nella gioconda lettura di Pinocchio, piangendo e ridendo ai casi di un burattino che in fine diventa un uomo.
Verrà purtroppo, cari ragazzi miei, il tempo in cui dovrete piangere e ridere ai casi di molti uomini che diventano burattini.



Vamba
 
 

a cura di Rames Gaiba
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