Pinocchio di Walt Disney - libretto del 1941


I grandi film illustrati.
A. Bellinzaghi - Milano, gennaio 1941

cm 12 x 17, pp. 64 interamente figurate a colori con intermezzi musicali.





Adattamento del testo di Collodi edito a fini promozionali per l'uscita dei dischi Pinocchio a cura delle Messaggerie Musicali.




Oltre PINOCCHIO i personaggi principali sono:

GEPPETTO, il falegname
GIMMI, il grillo
FIGARO, il gattino
CLEO, il pesciolino rosso
LA FATA TURCHINA
LA VOLPE
IL GATTO GEDEONE
MANGIAFOCO, il burattinaio
IL COCCHIERE
LUCIGNOLO
MOSTRO, la balena



Il film s'inizia con la presentazione di Gimmi che, seduto su tre volumi su cui si legge un titolo, PINOCCHIO, canta la canzone

SE UNA STELLA IN CIEL CADRÀ

Magico poter
hanno in ciel le stelle d'or, 
possono esaudir
i desideri che noi abbiamo in cuor.




Finita la canzone, Gimmi, personaggio minuscolo pieno di umorismo e di vivacità umanissima, che cambia colore a seconda degli stati d'animo, dal più tenue rosa del sentimento al verde cupo della rabbia, comincia a raccontare la storia di Pinocchio, storia di un sogno avverato...

Spiega che una notte capitò in uno strano paesello tutto illuminato dalle stelle e girovagando da un vicolo all'altro finì per sbucare dinanzi alla casetta di un falegname chiamato Geppetto.
La scena si dissolve e siamo nell'interno della bottega: sul fuoco, sotto la cappa del camino, una pentola brontola allegramente e alla luce trepida delle fiamme s'intravedono scaffali e tavoli pieni di giocattoli di legno, pipe, orologi, carillons, tutt'un mondo di sogno e di realtà che dà immediata la sensazione della cura minuziosa del particolare e che ha del fantastico. Si pensi che tutti i ninnoli di cui è piena la casa di Geppetto furono a suo tempo disegnati prima e poi modellati uno per uno. C'è per esempio un orologio con un bimbo che sta sulle ginocchia della mamma ed ha una mano sul vaso della marmellata: quando l'orologio suona le ore la mamma lo sculaccia e il bimbo grida.



Si capisce lo stupore di Gimmi che, saltellando, raggiunge il camino: si volta e vede una marionetta di legno sul banco di lavoro: d'un balzo corre ad ammirarla più da vicino, poi si nasconde e guarda Geppetto che, entrando con un barattolo di pittura, sta per dare gli ultimi tocchi al burattino.

Ora ne dipinge la bocca, mentre parla con la sua vocetta fessa ai suoi protetti, un gattino, Figaro, e un pesciolino rosso, Cleo. Ma ad essi l'espressione imbronciata del pupazzo non piace ed ecco il vecchio falegname con un colpo di pennello trasforma il broncio in un sorriso tra le approvazioni di tutti. Cerca un nome per il suo nuovo burattino e decide di chiamarlo PINOCCHIO. Per collaudarne la fattura il buon vecchietto lo presenta scherzosamente a Cleo e a Figaro e al suono di una orchestrina scolpita su un orologio lo fa ballare cantando



CARO BURATTIN

Caro burattin,
hai di carta il vestitin,
tutto legno sei tu
dai piedi al naso in su…
Ma possiedi un cuor
che val più d'un gran tesor…
Veramente tu sei un amor...



Il tintinnìo degli orologi ricorda a Geppetto che è ora di andare a letto ed egli dopo aver posato cautamente Pinocchio sul tavolo, augura a lui e agli altri la buona notte e si dirige sbadigliando verso la sua camera. Geppetto è sotto le coltri e mentre fuma l'ultima pipata esprime il desiderio di avere un figlio. Poi, deposta la pipa sul comodino, si rivolge a Figaro pregandolo di aprire la finestra. Figaro ubbidisce e Geppetto scorge nel cielo una stella cadente. E' la stella dei desideri e chiunque nel vederla esprima un desiderio - dice la leggenda - lo vedrà avverato. Geppetto desidera... che Pinocchio divenga un bimbo in carne ed ossa e con questo desiderio si addormenta insieme, con gli amici.




Sono queste le prime scene, ma sono quelle che ci portano già nell'atmosfera vibrante di un mondo nuovo per il rilievo mirabile che il colore e le luci dànno ai personaggi, per la inconfondibile umanità di Geppetto, per la vivezza impressionante dei primi piani. Chi potrà mai descrivere lo scintillio delle stelle quando s'apre la finestra o il caldo splendore del cerino con cui Geppetto accende la pipa? Eppure sono attimi stupendi che non si dimenticano, ma di questi attimi innumerevoli è tessuto tutto il film e la gioia che esso dà è continua e si rinnova ad ogni quadro.



Uno degli elementi essenziali del successo è qui l'armonia di fusione sempre esistente tra la musica e i colori, ciò che dà un'impressione di unità inscindibile e accarezza sempre e spesso commuove. Così il russare di Geppetto e di Figaro e il tic-tac degli orologi, da cui è ossessionato il grillo che vorrebbe dormire nella chiocciola di un violino, sono stupendamente armonizzati in una pagina musicale di bellissimo effetto che Gimmi, al colmo dell'esasperazione, interrompe urlando «Silenzio!». Ogni rumore cessa per incanto.







Mentre Gimmi si riaccomoda augurandosi che sia la volta buona per dormire, i raggi della stella dei desideri convergono nella stanza, a poco a poco la loro luminosità aumenta e da essa prende forma una bellissima FATA TURCHINA che si avvicina al letto di Geppetto. Il grillo esterrefatto dà un balzo e va a rifugiarsi nel fondello di una pipa senza levar gli occhi di dosso alla Fata che intanto rivolge la parola al falegname addormentato. Con voce dolcissima gli dice che merita di vedere soddisfatto il suo desiderio perché è sempre stato buono e gentile con tutti. Quindi con un tocco della sua bacchetta magica dà la vita a Pinocchio il quale, animandosi, non sta più in sé dalla gioia di poter parlare e camminare. La Fata Turchina lo avverte che, pur avendogli dato la vita, non può tuttavia farlo un vero ragazzo: solo lui può riuscirvi dimostrandosi coraggioso, generoso, sincero e imparando a distinguere il bene dal male. Pinocchio le chiede come può distinguere il bene dal male e la Fata gli risponde che sarà la sua coscienza ad insegnarglielo. Mentre Pinocchio chiede cosa sia la coscienza, Gimmi che aveva seguito attentamente il colloquio, apre l'ombrello e servendosene come di un paracadute, si lascia cadere di fronte al pupazzo per spiegare al burattino cosa sia la coscienza. Pinocchio vedendolo gli chiede: «Sei tu la mia coscienza?». La Fata Turchina risponde: «No», ma si rivolge poi a Gimmi chiedendogli se vuole assumersi l'incarico di far da coscienza a Pinocchio e gli promette una medaglia d'oro se assolverà degnamente il suo compito. Il Grillo accetta e la Fata lo consacra Baronetto Gimmi Grillo, Grande Pari, possessore della conoscenza del Bene e del Male... Quindi svanisce dicendo a Pinocchio: «Fai che la tua coscienza sia la tua guida».



Gli effetti luminosi di questi quadri raggiungono una perfezione assoluta. Ci sono dei toni viola che rendono profondità misteriose e l'apparizione della Fata avviene in una vaporosità così aderente che non si può non essere presi dalla sinfonia di colori che accompagna un così bel sogno.
Intanto un problema morale è posto, il problema della conoscenza del bene e del male. Gimmi vorrebbe spiegare la differenza a Pinocchio ma poi finisce per insegnargli a fischiettare, scena bellissima, piena di trovate e di finezze d'un gusto squisito.




Quando Pinocchio ha finalmente imparato a fischiare, Gimmi si mette a danzare cantando




FAI UNA FISCHIATINA

Fatti un po' un esame di coscienza,
forse stai per fare qualche grosso error…
Perciò prima di far qualche scemenza,
non ti crucciar, non ti arrabbiar,
ti conviene di fischiar…





Pinocchio vuole imitare il Grillo anche nella danza e cade dal tavolo: così Geppetto si desta e Gimmi va a nascondersi. Ma il risveglio di Geppetto è turbolento. Temendo che ci sia un ladro, egli afferra un pistolone, accende la candela, e tremebondo va in cerca dell'intruso; quando vede che si tratta di Pinocchio caduto dal tavolo dà un sospiro di sollievo; ma la



paura lo assale quando si accorge che Pinocchio gli fa l'occhiolino.
E' tanto lo stupore del vecchietto che, credendo di sognare, si versa dell'acqua sulla testa. Finalmente, convinto che si tratta della realizzazione del suo desiderio e che Pinocchio è proprio vivo, lo presenta a Figaro e Cleo.
Geppetto vuole ora festeggiare l'avvenimento, e dà perciò la carica a tutti i «carillons» e a tutti i giocattoli che intonano insieme

VECCHIO CARILLON

Là sotto quello specchio,
sul grosso comò
sta fermo da parecchio
un bel carillon…
Chissà... sentire un vecchio
motivo si può…
Su, carichiamolo un po'!..






L'intermezzo sonoro, che è uno dei più indovinati motivi del film, ha termine quando Pinocchio si brucia il dito che aveva innocentemente avvicinato alla fiamma di una candela: episodio divertentissimo, pieno di sapore attraverso le espressioni ingenue della faccetta di Pinocchio. Geppetto naturalmente, prima che un altro guaio accada, manda tutti a letto.




La presentazione del villaggio al mattino dà luogo ad una serie di veri quadri in cui non si sa se più ammirare la fantasia dell'artista creatore di un così delizioso paesaggio chimerico e pur reale o la varietà dei colori ottenuta dai tecnici della luce o la vena fluida e avvincente del commercio musicale. 




Il villaggio si desta ai primi raggi del sole che diffonde la sua luce a poco a poco. Non è un villaggio disegnato ma un villaggio costruito e solidamente costruito. Ormai la sensazione di vivere in un mondo strano ma reale è piena e assoluta. Suonano alla torre della scuola i primi rintocchi delle campane e provocano una fuga generale tra i piccioni che svegliati di soprassalto, si disperdano in tutte le direzioni. Il volo dei piccioni è di una bellezza e di una verità impressionanti tali da suscitare il più schietto entusiasmo. Seguiamo il volo dei piccioni al disopra dei tetti del villaggio, scoprendone l'animazione incipiente: bambini che si avviano alla scuola rincorrendosi, dondolando i libri, giuocando con la palla e con il cerchio. Pieni di agitazione Geppetto e Pinocchio stanno varcando la soglia di casa. Geppetto riassetta gli abiti di Pinocchio, gli leva i giocattoli dalle tasche, gli descrive quelli che saranno i suoi compagni di scuola dicendogli che sono bambini e bambine, creature di carne ed ossa, come sarà anche lui Pinocchio un giorno e la scena è di una umanità commovente.



Pinocchio sta per incamminarsi quando Geppetto si accorge che ha dimenticato i libri. Il gatto rientra in casa, salta sul tavolo e, afferrati i libri per la cinghia, camminando a ritroso, li trascina verso la porta; si mette così fra i piedi degli altri, inciampando, finiscono per cadere tutti comicamente. Finalmente Pinocchio saluta Geppetto e Figaro; il vecchietto gli fa l'ultima raccomandazione - evitare i compagni cattivi - e lo saluta affettuosamente agitando la mano, mentre Pinocchio si allontana accodandosi agli altri ragazzi.

In un angolo buio della strada, in atteggiamento sospetto, stanno la VOLPE e il suo compare, il GATTO GEDEONE. Mentre Pinocchio, che procede saltellante, sta per passare davanti a loro, la Volpe lo scorge e






resta allibita alla vista di un pupazzo che, senza fili, riesce a camminare. Il Gatto non riesce a capire l'eccitazione della Volpe la quale ha già pensato che il burattino può costituire la fortuna di chi saprà sfruttarlo.
«MANGIAFOCO pagherà molto caro il piccolo burattino» - si dice la Volpe posando gli occhi su un manifesto che proclama Mangiafoco il «grande burattinaio». Quindi i due compari si dànno all'inseguimento di Pinocchio col proposito di fuorviarlo.
Protetti dall'ombra di un muro lo seguono mentre il Gatto si tien pronto con la mazzuola.





All'angolo della strada la Volpe provoca la caduta di Pinocchio facendogli uno sgambetto. Fingendosi molto addolorati per l'incidente, i due si affannano a riassettare Pinocchio e la Volpe gli fa un gran discorso per concludere che, per raggiungere il successo, c'è una via più facile di quella della scuola: il teatro. Essa convince Pinocchio che egli è un attore nato. Il suo profilo, la sua figura, la sua personalità sono ideali per il palcoscenico.



Convinto che è destinato a diventare una stella del teatro, Pinocchio se ne va con la Volpe e col Gatto e i tre incamminandosi a braccetto, intonano la canzone





MI SENTO UN GRANDE ATTORE

Che bella profession far l'attor di varietà,
girare per il mondo, far la vita da pascià...
E' il sogno del mio cuor
cantare come un tenore, 
giuro sul mio onor...
già sono un celebre attore...





Intanto il grillo, che si è indugiato a lungo, corre sulle tracce di Pinocchio, che egli pensa stia per raggiungere la scuola. Mentre cerca di guadagnar tempo saltando le pozzanghere e svoltando con destrezza, si rimprovera acerbamente il ritardo, ma si consola col pensare che nulla di serio può essere accaduto a Pinocchio. Finché improvvisamente si trova faccia a faccia con la Volpe, il Gatto e Pinocchio, che cantando, vengono verso di lui. Il grillo crede a tutta prima trattarsi di uno scherzo, ma poi capisce la gravità del caso. Invano cerca di avvicinarsi a Pinocchio per convincerlo di ritornare a scuola: salta persino sul cappello della Volpe, ma ecco che il Gatto si accorge di lui e cerca di colpirlo con la mazzuola.
Fallisce il bersaglio, e da un gran colpo sul cappello della Volpe, affondandoglielo sino agli occhi. Mentre Gedeone corre ai ripari e si sforza di liberare la Volpe accecata, il grillo ne approfitta per suggerire a Pinocchio ciò che deve dire alla Volpe: «Che è spiacente ma che deve rinunciare a diventare un attore, dal momento che deve andare a scuola a studiare tanto, per poter diventare un vero ragazzo». Pinocchio sembra lo ascolti attentamente, ma quando la Volpe, liberatasi dal cappello, gli dice di seguirla, chè «il successo e la fortuna sono all'angolo della strada», Pinocchio dice addio al povero grillo. «Devo lasciarlo?» dice Gimmi. «Ecco che se ne va. Che cosa devo fare? Corro a casa a raccontar tutto a Geppetto? No, sarebbe un tradimento. Meglio seguirlo». E, rassegnato, tien dietro al burattino...





A sera la piazza principale del villaggio è gremita di gente intenta a godersi lo spettacolo delle marionette.

Mangiafoco, proprietario del teatro e direttore di orchestra, è in primo piano: zittisce gli spettatori e annuncia il numero sensazionale: «Pinocchio, il burattino miracoloso, importato dai quattro angoli dell'universo con enormi spese ecc. ecc...».

Si alza il sipario e si presenta Pinocchio che





canta dapprima la canzone

FELICE IO SON

Oggi comprendo perché l'uccelin
felice canta nel vecchio giardin; 
vive in libertà
padrone alcun non ha...
Oggi comprendo perché nel mio cuor
rinasce un sogno di gioia e d'amor:
Son come l'uccellin:
è libero il mio cammin...




Seguono altri numeri di varietà che si concludono in una grande scena d'insieme di cui Pinocchio costituisce la principale attrazione. Dall'alto di un lampione il grillo, dietro gli spettatori, osserva la scena: benché pieno di prevenzioni circa il successo del suo progetto, a poco a poco si lascia convincere che forse aveva torto, specialmente quando, alla fine dello spettacolo, tutti gli spettatori applaudono entusiasticamente e inondano il palcoscenico di monete d'oro. L'entusiasmo del pubblico è reso in modo meraviglioso con una sonorità d'effetti come meglio non si potrebbe desiderare in un vero spettacolo.
Gimmi pensa che ormai Pinocchio non avrà più bisogno di una coscienza… e tristemente si lascia scivolare giù dal lampione e se ne va, mentre gli applausi lo seguono rintronandogli gli orecchi.





Sul palcoscenico Mangiafoco si congratula con Pinocchio attore insuperabile, mentre avido conta le monete d'oro che Pinocchio ha guadagnate. Pinocchio vorrebbe tornare a casa




per informare suo padre del successo ottenuto, ma l'altro sghignazzando lo chiude in gabbia e gli dice chiaro che da lui - Pinocchio - egli si ripromette di cavare un sacco di quattrini e che anzi partiranno per una tournée mondiale la sera stessa. 
Pinocchio, atterrito, invoca disperatamente aiuto, mentre il carrozzone si avvia traballando e scoppia un furioso temporale.

Geppetto che sotto la pioggia scosciante  va con la lanterna alla ricerca affannosa di Pinocchio dà luogo ad effetti di luce e di suoni che a un pubblico di bimbi  dà il brivido della commozione e della paura, specie quando il vecchietto s'imbatte nel carrozzone del burattinaio, mentre il tuono gli impedisce di udire le grida disperate del Povero Pinocchio.




Presso una fontana il grillo segue sconsolato con lo sguardo il carrozzone dei burattini che si avvia verso la porta del villaggio. Perplesso si chiede se deve andare a salutare Pinocchio per congratularsi del successo, oppure se deve considerare la sua missione finita. Decide ed entra nel carrozzone a salutare per l'ultima volta Pinocchio. Vedendolo in gabbia, dopo un primo attimo di stupore tenta di liberarlo, ma poiché il lucchetto resiste ad ogni sforzo, il grillo scoppia in singhiozzi disperati. Poi per rompere in qualche modo il triste silenzio che ha tenuto dietro al suo pianto, dice a Pinocchio che non piove più indicandogli la finestra, ma mentre guarda il cielo le nubi nere si squarciano e un raggio della stella dei desideri penetra nel carrozzone. Da quel raggio prende forma ancora una volta la Fata Turchina. Pinocchio e il grillo sono sbalorditi e imbarazzati e il loro imbarazzo è al colmo quando la Fata chiede al burattino come mai non sia a scuola. Pinocchio dice un mucchio di bugie e così il naso gli cresce a dismisura, con fioritura di foglie e boccioli; persino un nido di uccellini trova rifugio nelle ramificazioni. Finché Pinocchio si arrende e si rassegna a confessare la verità promettendo di essere buono per l'avvenire. La Fata Turchina per questa volta perdona, ma lo avverte che è l'ultima. Libera Pinocchio e svanisce nel raggio della stella. Ora Pinocchio ed il grillo fuggono dal carrozzone e insieme s'incamminano per una scorciatoia che, attraverso la campagna, li porterà a casa. Il grillo è felice.




L'inquadratura dell'osteria del Gambero Rosso è una delle meraviglie del film. Attraverso la cornice di una scala di legno, in una atmosfera grave di mistero e di minaccia, si vede nell'interno, a un tavolo d'angolo, la Volpe che racconta al Cocchiere come ha venduto Pinocchio a Mangiafoco ridendo dell'imbroglio. Un sontuoso pranzo è servito e Gedeone fuma sigari di lusso e disegna col fumo delle ciambelle che poi prende e inzuppa allegramente nel vino… Il Cocchiere ora comunica alla Volpe un suo sinistro disegno e le promette un sacco di monete d'oro per ogni stupido scolaro che gli venga consegnato per essere imbarcato per l'Isola dei Balocchi. Il mercato è concluso e l'appuntamento fissato.




Pinocchio andando verso casa è eccitatissimo e dichiara al grillo che non vuole più fare l'attore: vuol diventare un vero ragazzo, andare a scuola, far felice il suo papà. Lieto di tali propositi il grillo lo sfida alla corsa. Gimmi è più veloce e Pinocchio resta indietro e il grillo è già lontano quando gli compaion davanti il Gatto e la Volpe. Il burattino racconta ingenuamente le sue avventure, e la Volpe, all'udire dei maltrattamenti di Mangiafoco, si finge indignata e gli dice che deve essere molto ammalato in seguito a una così terribile esperienza. 




Mentre il Gatto finge di prender nota della diagnosi dei mali di Pinocchio. Volpe carica la dose con discorsi pseudoscientifici e riesce a persuaderlo che è veramente ammalato e che ha bisogno, per rimettersi in salute, di molto riposo in un clima di perpetua vacanza, con bande, circhi equestri, fuochi artificiali e via dicendo. L'offerta è seducente e Pinocchio li segue.

Al richiamo della Volpe la diligenza che sta andando verso l'Isola dei Balocchi si arresta: e, mentre Pinocchio viene affidato al Cocchiere, questi consegna furtivamente alla Volpe il sacco d'oro pattuito. Poiché la diligenza è rigurgitante di bimbi che, allettati dalle lusinghe di cattivi compagni, abbandonano la scuola, Pinocchio sale a cassetta, dove siede fra il Cocchiere e un ragazzo,




LUCIGNOLO, il più monello dei monelli. Fra i saluti della Volpe e del Gatto, la diligenza si rimette in moto, allorché giunge di gran carriera il Grillo che, non appena si rende conto di quello che accade, con un balzo disperato si aggrappa all'assale del carrozzone. I ragazzi intonano la canzone

URRÀ PER OGNI COSA

Ah! Le scuole che affizion...
Oh! Che barba le lezion...
A Cuccagna liberi ormai si va,
oggi alfine è lecito gridare: Urrà!





Lucignolo canta le strofe più spinte ed alla fine anche Pinocchio si unisce al coro. La diligenza si dissolve in un traghetto che porta i ragazzi  attraverso l'Oceano all'Isola dei Balocchi, e il coro finisce mentre il traghetto si aggancia al molo e i ragazzi invadono l'isola.




Come è facile immaginare, l'Isola dei Balocchi ha sbrigliato la fantasia di Walt Disney e non è descrivibile quel che accade laggiù. Si vedono i ragazzi darsi alla pazza gioia nel fare tutte le cose proibite, rompere i vetri dei lampioni e delle finestre, lanciare pietre e fango contro le case, intagliare i loro nomi nei mobili, spezzare immagini dei maestri ecc.: un carnevale, insomma, nel quale sono soddisfatti i desideri peggiori dei bambini cattivi. Lucignolo domina nell'Isola tronfio e sfacciato e Pinocchio lo segue invano cercato dal grillo che non riesce mai ad acciuffarlo.
Con uno di quegli abili ritorni che fanno di Walt Disney un narratore impareggiabile, la scena sfuma e ci riporta a Geppetto che con Figaro e Cleo in una barchetta naviga nell'Oceano infuriato alla ricerca dell'Isola dei Balocchi. Geppetto confida a Figaro che Pinocchio è un bravo ragazzo traviato da cattivi compagni e mentre si rallegra perché è in vista dell'Isola, dalle acque emerge MOSTRO, la gigantesca balena che inghiotte barca e passeggeri e si sprofonda subito dopo nell'immenso Oceano.

Nell'isola dei Balocchi, il grillo è riuscito a raggiungere Pinocchio che, ormai schiavo di Lucignolo, gioca a bigliardo con lui, fuma sigari e beve birra. Il grillo salta sul tavolo e rimprovera aspramente Pinocchio per il suo comportamento indegno, ma il burattino è tanto infervorato che non lo ascolta neppure, finché Lucignolo seccato, insulta Gimmi, il quale se ne va indignato, ripromettendosi di abbandonare Pinocchio al suo destino.





Il suo risentimento però è di breve durata e scompare non appena egli si avvede di quello che è accaduto ai ragazzi che sono sbarcati nell'isola. Tutti i bambini sono trasformati in asinelli e il Cocchiere, che finalmente si mostra nel suo vero aspetto, sta ingabbiandoli per l'imbarco.




Immediatamente il grillo si rende conto del pericolo che corre Pinocchio, e si precipita nella sala del bigliardo. Pinocchio e Lucignolo, si burlano del grillo e delle sue prediche ma ecco che sul più bello Lucignolo comincia a trasformarsi in asino, e, quando il grillo ritorna, anche a Pinocchio sono spuntate orecchie e coda d'asino. Questa volta sono atteriti e scappano per salvare la pelle, ma il Cocchiere se n'è accorto e parte in cerca di loro coi suoi mastini. L'asinello Lucignolo è rincorso e preso, ma Pinocchio e il grillo riescono a raggiungere una scogliera e di lassù, con un salto si tuffano in mare. Il Cocchiere, dall'alto, spara all'impazzata contro i due, che nuotano sotto una pioggia di palle; poi, visto che i fuggitivi  sono fuori tiro, sguinzaglia sulle loro tracce gli squali.

Pinocchio e il grillo son costretti a viaggiare a piedi, nottetempo, perché, come i delinquenti inseguiti, di giorno devono stare nascosti. Pinocchio per di più vuole che nessuno veda la sua vergogna: le orecchie e la coda d'asino.




Infine nell'infuriare di una tormenta di neve raggiungono la casa di Geppetto.

Porta chiusa, casa disabitata. I due avviliti, siedono sulla soglia, pieni di freddo e di stanchezza, Pinocchio è convinto che Geppetto sia morto, e lo piange attribuendosi la colpa di tutto ciò che è avvenuto. Il grillo si incolpa a sua volta; se avesse saputo essere più energico, tutto forse sarebbe andato diversamente. A un tratto sono illuminati da un raggio di luce vivissima, e appare una tortorella fatata - visione stupenda - che, dopo aver lasciato cadere dal becco un bigliettino azzurro, scompare. I due si precipitano sul biglietto e il grillo ne spiega il contenuto a Pinocchio che non sa leggere. E' un messaggio della Fata Turchina, che annuncia essere Geppetto vivo e in fondo al mare, prigioniero nel ventre della balena Mostro. Pinocchio e il grillo non stanno più nella pelle dalla gioia e vanno a salvare Geppetto. Hanno avuto tante peripezie insieme, ma questa a cui si accingono è quella che per Pinocchio rappresenterà l'inizio di una nuova esistenza. Pinocchio non vuole vivere senza il suo buon papà che, per di più, proprio per colpa sua si è messo nei guai. Quindi sarà lui in persona, Pinocchio, a tirarnelo fuori, anche a costo della vita stessa. Detto fatto, Pinocchio s'incammina verso il mare e il grillo gli tien dietro, mettendolo in guardia contro i pericoli dell'impresa. Giunti alla spiaggia, Pinocchio, legatosi un pesante macigno alla coda, si volge a salutare il compagno, ma Gimmi lo seguirà sino al termine dell'avventura.
Ora è tutto un succedersi di scene fantastiche cui fanno da sfondo i più suggestivi paesaggi marini che si possono sognare, in un continuo avvicendarsi di stranissimi animali, di alghe variopinte, di coralli fioriti. Le profondità del mare hanno qui trovato in Walt Disney il loro poeta, che ha saputo renderne la bellezza con gamme di colori indicibili dando allo spettatore un vero godimento artistico a cui non è estraneo, come sempre, il felicissimo commento musicale.




Le piccole avventure di Pinocchio e del Grillo in questo mondo marino tra pesci strani, cavallucci, piante ecc. sono innumerevoli e tutte accompagnate da espressioni amenissime degli animali sia di stupore che di terrore. Nessun racconto certamente potrà rendere visioni così perfette in cui Walt Disney ha raggiunto il massimo della sua tecnica e della sua arte. Il respiro dei pesci basterebbe da solo a entusiasmare una sala di spettatori.




Nell'interno della balena Geppetto e le sue bestiole si sono sistemati a bordo di un mal ridotto veliero che Mostro aveva precedentemente inghiottito. Geppetto e Figaro, morenti di fame, stanno pescando ma senza fortuna. Figaro, a un tratto, cerca di afferrare Cleo che, atterrito, guizza da un angolo all'altro del suo vaso di vetro. Il tentativo di Figaro è prontamente stroncato da Geppetto che sgrida il gattino tacciandolo di barbaro e cannibale. Il russare della balena ancora addormentata aggrava la tensione nervosa di Geppetto che, afferrato un remo, si arrampica sull'albero del relitto e punzecchia Mostro nelle costole per farlo smettere.




Intanto Figaro ritenta di afferrare Cleo. Geppetto se ne accorge a tempo e, lasciatosi scivolare lungo la corda attaccata all'albero, accorre di nuovo in difesa di Cleo. Anche a Geppetto, però, la fame per un momento fa perdere la ragione, tant'è vero che egli stesso considera l'opportunità di usare Cleo come commestibile. Ma subito si ravvede e si profonde in iscuse dinnanzi al pesciolino.
Improvvisamente Mostro si muove. Si è svegliato alla vista di un banco di tonni. Geppetto vuole approfittare dell'occasione propizia: infatti, nel momento in cui getta la lenza, Mostro apre le sue enormi fauci ed inghiotte un gran numero di tonni. Finalmente il buon Geppetto farà una buona cena.

Nel mare Pinocchio e Gimmi incontrano il banco dei tonni che fuggono tallonati da Mostro ed è tale il terrore per l'apparizione della balena, che i due si dànno alla fuga.





Nell'interno di Mostro, Geppetto aiutato da Figaro, continua la pesca miracolosa, e pieno di entusiasmo, grida che hanno abbastanza cibo per durare settimane e settimane.

I fuggenti, intanto, sono saliti alla superficie, ma mentre il grillo, che nuota velocissimo, riesce a distanziarsi, Pinocchio e i tonni sono raggiunti da Mostro che li inghiotte.





Poi la balena si riposa un poco delle fatiche dell'inseguimento lasciandosi cullare dal movimento delle onde. Le volano d'attorno con acute strida miriadi di gabbiani, i quali scorto il grillo e credendolo un buon boccone, cercano di afferrarlo con il becco. Per sfuggire al pericolo Gimmi rinuncia per il momento al proposito di raggiungere Pinocchio nell'interno della balena e si rifugia in una bottiglia galleggiante là vicino.
La scena di Geppetto che ripesca Pinocchio dall'acqua e l'abbraccio dei due, padre e figlio, è di una verità umanissima. Geppetto informa Pinocchio che pur avendo cibo in quantità, sono però sempre prigionieri e purtroppo senza possibilità di fuga, perché la conformazione della bocca della balena è tale che se quando si apre permette l'ingresso dal di fuori, esclude tuttavia che qualcosa che si trovi nell'interno possa uscirne.
Geppetto fa persino vedere a Pinocchio una zattera da lui costruita con rottami, quando ancora sperava di poter fuggire. Pinocchio ha l'idea di accendere un fuoco per far starnutire la balena e, prima che Geppetto possa obiettare, afferra la lampada accesa e la getta su alcune fascine che sono ammucchiate in un canto. Il legno prende fuoco immediatamente e riempie di fumo l'interno della balena fino a solleticarne la gola e il naso.
Mostro si agita inquieta e scuote la testa; il fumo le esce a fiotti dal naso e dalla bocca. Essa boccheggia e aspira profondamente preparandosi ad un enorme starnuto. Pinocchio e Geppetto allora, presi a bordo Cleo nel suo vaso di vetro e Figaro, varano in fretta la zattera e, remando, si avvicinano alla gola della balena.
Questa fa uno starnuto formidabile e la zattera è lanciata fuori. Ora proprio quando l'ardito piano di Pinocchio sembra realizzato, Mostro aspira e la zattera viene risucchiata nuovamente nelle fauci tremende. A un secondo sternuto però sono ributtati fuori. E' la salvezza, ma solo provvisoria perché la balena, che ha scoperto nei due i suoi tormentatori, è furente e si accinge ad una caccia spietata. Pinocchio e Geppetto remano con tutte le loro forze, ma Mostro rapidamente li raggiunge e, spiccato un pauroso balzo sull'acqua, mentre i fuggitivi abbandonano precipitosamente il natante, si abbatte sulla zattera, sbriciolandola con il suo peso immane. Pinocchio affiora e chiama timorosamente il padre. Il vecchietto gli risponde debolmente e gli dice di nuotare a riva e salvarsi, tanto lui è all'estremo delle forze; lo lasci dunque morire. Pinocchio però non ubbidisce e si riavvicina al padre. Mentre il burattino fa sforzi disperati per salvare Geppetto, Mostro non li ha persi d'occhio e continua l'inseguimento. Pinocchio, che sostiene Geppetto, ormai allo stremo delle forze, sta per aggrapparsi a una roccia quando Mostro in un ultimo impeto rabbioso, quasi li riagguanta. In buon punto un'ondata provvidenziale sottrae Pinocchio alla balena sospingendolo col suo prezioso fardello, in una fessura della costa, mentre Mostro, portata dalla sua carica violenta, va a cozzare contro la granitica roccia. Al di là della parete vediamo Geppetto e Pinocchio spuntare dalla fessura e raggiungere una spiaggetta che digrada dolcemente. E' la salvezza definitiva, ma le emozioni sono state così intense che i due poverini cadano a terra privi di sensi.

Geppetto rinviene per primo, ma nel vedere il figlio inerte, lo piange per morto. Ancora una volta interviene il raggio luminoso della stella dei desideri e la voce della Fata Turchina dolce e profonda: «Svegliati Pinocchio» lo consola. Alle parole della Fata, Pinocchio infatti perde le sue fattezze di burattino, gradatamente assume l'aspetto di un vero bambino, e riprende conoscenza. La felicità di Geppetto raggiunge il massimo grado quando Cleo nel suo vaso, cui è aggrappato Figaro, e Gimmi nella bottiglia, toccano anch'essi la spiaggia.
E' il crepuscolo e la comitiva si avvia allegramente sulla strada dirigendosi verso le luci del villaggio che appaiono in lontananza.
La luce della stella dei desideri si dissolve e vediamo brillare la medaglia d'oro che la Fata, secondo promessa, ha già conferito al bravo grillo.
Questi riappare come al principio del film  per finire il racconto e spiega che, ottenuta la medaglia, avrebbe potuto tranquillamente terminare i suoi giorni con Geppetto e Pinocchio, ma il suo spirito vagabondo l'aveva spinto di nuovo in cammino verso altre avventure.

Così finisce il film e il lettore benevolo che ci avrà seguito fin qui, dovrà riconoscere con noi che la ricreazione filmistica di PINOCCHIO - del popolarissimo amico di tutti i bimbi - dovuta a Walt Disney non solo non ha tolto nulla alla italianissima favola che tutti sanno, ma le ha dato un nuovo fascino immaginativo e una umanità nuova, a cui la musica e il colore conferiscono le più seducenti attrattive della poesia e del sogno.





a cura di Rames Gaiba
© Riproduzione riservata


----------
Link correlati (da questo blog) 
                 

Nessun commento:

Posta un commento

Per ogni richiesta rettifica o integrazione o segnalazione link non più attivi esterni (anche video) inviare a Rames Gaiba una
Email: rames.gaiba@gmail.com
-----
■ I commenti non potranno essere utilizzati a fini pubblicitari di vendita prodotti o servizi o a scopo di lucro.
■ Non è accettata la condivisione del post a fini pubblicitari o politici.
■ Non saranno accettati i commenti:
(a) che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy.
(b) che contengano indirizzi internet (siti collegati, e-mail).
■ Vi invito a non usare nei vostri commenti i caratteri tutti in maiuscolo.
■ Non manterrò in memoria interventi e messaggi che, a mio insindacabile giudizio, riterrò superati, inutili o frivoli o di carattere personale (anche se di saluto o di apprezzamento di quel mio post), e dunque non di interesse generale.

Le chiedo di utilizzare la Sua identità reale o sulla Sua organizzazione, e di condividere soltanto informazioni veritiere e autentiche. Non saranno pubblicati e non avranno risposta commenti da autori anonimi o con nomi di fantasia.

⚠ La responsabilità per quanto scritto nell'area Discussioni rimane dei singoli.

È attiva la moderazione di tutti i commenti.

Grazie per l'attenzione.

Rames GAIBA