PINOCCHIO come nasce una collezione Presentazione




Ho iniziato questa collezione agli inizi degli anni '80, essendomi ritrovato fra i libri di mio padre il volume del Pinocchio illustrato da Enrico Mazzanti, undicesima edizione del 1896.

In una Biblioteca paterna di oltre 2000 libri questo era l'unico libro di Pinocchio.


Non ero, quindi, un predestinato.





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L'immagine di una targa con scritto "Saletta Pinocchio"
è una rappresentazione metaforica che vuole significare il luogo in cui ci si incontra
per approfondire il nostro interesse (collezionisti, studiosi)
per questo burattino diventato ragazzo.
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Una collezione attorno a un tema specifico è composta in base alle preferenze altamente soggettive del collezionista. 

Il primo passo verso il creare una collezione, ed è questa la fase in cui si fanno più errori, è fare delle scelte. Una collezione equilibrata ha diversità, profondità e un filo conduttore. E "equilibrato" non significa che nel tempo non si possa aggiungere una continuità di tema affiancando, come nel mio caso, al cartaceo oggetti d'arte dove il soggetto rimane Pinocchio.

Costruire una collezione richiede tempo, strategia, disciplina e, soprattutto, devi essere in grado di ricercare, valutare e decidere efficacemente se acquistare o meno quanto ti piace.

Il totale delle attività per formare una collezione sono: scoprire, acquistare, ordinare, enumerare o catalogare, gestire, conservare e infine esporre in maniera adeguata le opere raccolte.

Un collezionista deve memorizzare e archiviare anche tutti i libri correlati, cataloghi di mostre, brochure di gallerie, recensioni, pagine web e così via.

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Ho iniziato, prima, ad acquistare libri in italiano su Pinocchio, in particolare edizioni integrali illustrate e solo per meriti artistici qualche edizione ridotta, dal 1881 ai giorni nostri, con l'unico criterio che mi piacessero (quindi con qualche assenza) e che non fossero ristampe. La fortuna di Pinocchio si è accompagnata a una vasta serie di edizioni illustrate che hanno identificato la narrazione con le immagini grafiche su di essa costruite. Non mi sono buttato sulle edizioni in lingue straniere (Pinocchio è uno dei libri italiani più tradotto nel mondo) per invece raccogliere libri nei dialetti e vernacoli italiani, dove Pinocchio è stato adottato, quasi un ramo dallo stesso albero, dalla "cultura popolare italiana" ma aggiungendo, una radice che penetra nella etimologia della lingua italiana, nelle tre edizioni in latino...   poi, ho "allargato l'orizzonte" e ho aggiunto le Pinocchiate (tutto ciò che è derivato da Pinocchio), con una attenzione particolare agli album editi da Nerbini (ma non solo), dove Pinocchietto diventa avventuroso, esploratore, abbandona i luoghi natali della Toscana e lo vediamo Palombaro, fra i Pellirossa, al Polo Nord, Fascista, e non più scolaro ma Professore di Geografia. Lo ritroviamo Al Museo ma anche Cameriere.

Oh, quante Avventure!

Per mia scelta, consideratela pure non à la page, che io però non ritengo un vezzo [dal latino vĭtium «vizio, difetto»], raccolgo cartoline postali (tutte non viaggiate e non scritte) e la prima in collezione è del 1914 fino agli anni '60 (sono oltre 200!); quaderni di scuola (sono oltre 100!, ed anche questi non scritti e senza nome di appartenenza) dagli anni '20 agli anni '50 (sono oltre 90) e altro materiale didattico, fra cui il raro Pitagogir. 

Pinocchio è anche "giocattolo" e non poteva non entrare con pezzi selezionati (fino agli anni '70) nella mia collezione, un "Pinocchio-Balocco" che detesta la plastica, la gomma e resina. Pinocchio è anche oggetti di arredo, pezzi unici e particolari, alcuni fatti fare da chi scrive, quali ceramiche e  terrecotte, in ferro battuto e legno.

Ma una collezione non è mai finita!

È una collezione che alcuni potranno già definire "museale", perché concepita (con alcune correzioni in corso d'opera) pensandola per esporla in un museo.

Ecco il "mio" Pinocchio.


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La targa (che è il logo anche di questo blog), in ceramica, è stata fatta fare da chi scrive e riprende il disegno di una cartolina del 1957 (di una serie, questa è la n° 40) che la Cassa di Risparmio di Prato assegnava,
in maniera gratuita per ogni versamento di almeno 200 Lire eseguito sul libretto di piccolo risparmio speciale intestato all'alunno, come premio all'assiduità nel risparmio da parte degli alunni delle scuole elementari e medie del mandamento di Prato. Ogni mese solare la Cassa di Risparmio cambiava il soggetto in distribuzione.




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