PINOCCHIO - figurine Liebig del 1961


" LE AVVENTURE DI PINOCCHIO "  - edizione italiana
Serie completa di sei figurine Liebig del 1961
Catalogo Sanguinetti n° 1750
misura cm. 7x11




1 - Nascita di Pinocchio
 
Pinocchio è il nome di un burattino, ma la sua storia comincia da quando era ancora un pezzo di legno. Un pezzo di legno dotato di una vocina misteriosa e di un carattere maligno che riesce prima a spaventare Mastro Antonio falegname, e poi a farlo accapigliare con Mastro Geppetto, venuto a chiedere a Mastro Antonio del legno per farsene un burattino speciale «capace di ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali». E quando Geppetto si porta a casa quel pezzo di legno e lo intaglia, gli esce fuori un burattino dispettoso che già prima d'esser finito gli fa boccacce e gli strappa la parrucca dal capo, e poi, appena imparato a camminare, infila porta e scappa di casa.
Cominciano così le avventure di Pinocchio «birba matricolata»: buono nel fondo ma sempre pronto a far tacere questo suo lato migliore per seguire i cattivi compagni e i loro consigli che lo trascinano in una continua catena di guai. Eppure, solo lo volesse, Pinocchio potrebbe evitare ogni malanno perché ha accanto chi veramente gli vuole bene: Geppetto, la bella Bambina dai capelli turchini, il Grillo-parlante sono per lui il mondo dell'affetto disinteressato, della saggezza e del buon senso che potrebbero crescerlo «ragazzino perbene». Pinocchio, a modo suo, ricambia il loro affetto e vorrebbe anche dimostrarlo; ma non va mai oltre le sole intenzioni perché - insofferente  della loro autorità ed esperienza - non sa resistere al capriccio, all'impulso del momento, a tutto ciò che è piacevole. Così diviene, per le persone che l'hanno caro, fonte di continui dispiaceri.
 
 
2 - Pinocchio la Volpe e il Gatto
 
E subito dispiaceri: quando Geppetto raggiunge il burattino che gli è scappato di casa, Pinocchio inscena tal commedia che il pover'uomo finisce in prigione sospettato di maltrattare i ragazzi; e il Grillo-parlante, che rimprovera a Pinocchio la sua condotta, si busca una martellata dal burattino infuriato.
Poi i buoni propositi: andare a scuola e imparare («oggi a leggere, domani a scrivere, domani l'altro a far di conto») per farsi perdonare le monellerie commesse e ripagare Geppetto del sacrificio d'aver venduto la giacca per regalargli l'abbecedario. Ma subito una monelleria da figliolo ingrato: Pinocchio vende l'abbecedario e, invece d'andare a scuola, va a vedere il teatro dei burattini. A questo punto Pinocchio potrebbe ancora rimediare alle sue birbonate se tornasse dritto a casa portando i cinque zecchini d'oro che il burattinaio gli ha regalato per il babbo a conclusione della paurosa avventura (stava per essere bruciato nel fuoco della cucina!) vissuta nel teatrino delle marionette. Ma anche questo buon proponimento viene messo da parte appena Pinocchio fa la conoscenza della Volpe e del Gatto. Costoro sono due lestofanti in giro pel mondo a gabbar gl'ingenui; e il burattino è tanto ingenuo e sventato da non accorgersi che i due vogliono solo i suoi zecchini e che le loro promesse di facili guadagni senza durar fatica nascondono un inganno. Cattivi compagni la Volpe e il Gatto! Ma le loro parole melate sono così persuasive per Pinocchio, puntano così bene sul suo desiderio di diventar ricco improvvisamente (e di regalare a Geppetto ben più di cinque zecchini), da metterlo di notte in istrada alla volta del «Campo dei miracoli» dove, a detta dei due compari, avrebbe dovuto seminare le monete e aspettare di raccogliere a grappoli da una pianta subito nata!



3 - Pinocchio prende la medicina
 

Di notte, e pei boschi, è facile però fare brutti incontri: due ombre incappucciate, due assassini, inseguono Pinocchio. Lo raggiungono. Vogliono gli zecchini. Pinocchio si difende, con un morso stacca una mano ad uno degli assalitori (ma non è una mano, è uno zampetto di gatto) e fugge. Viene di nuovo raggiunto, e poiché il legno di cui è fatto resiste alle coltellate, viene impiccato: «domani sarai morto e con la bocca aperta, e ti porteremo via le monete d'oro che hai nascosto sotto la lingua».
Ma proprio quando il burattino ha solo più il fiato per gemere «oh babbo mio! se tu fossi qui!» la bella Bambina dai capelli turchini (una fata che da più di mill'anni abita li presso) lo salva; lo fa visitare da tre medici (un Corvo, una Civetta e il Grillo-parlante) e, per guarirlo, riesce persino a fargli bere una medicina. Ma che fatica dare a un ragazzo una medicina amara! Alla buona fata occorrono addirittura quattro conigli neri che, con una bara sulle spalle, spaventino a morte il burattino e gli facciano parer nulla il sapore della medicina. Così Pinocchio incontra, nella Fata dai capelli turchini, una mamma; meglio, l'affetto di una mamma che d'ora in poi gli sarà vicino, con diverse sembianze, quando più tristi e gravi e disgraziate saranno le sue avventure: naufrago affamato sull'isola delle Api industriose; trasformato in ciuco artista di circo; in fuga davanti a un pesce-cane. Ché in questi guai finisce Pinocchio, cui non basta neppure l'essere stato impiccato. Appena guarito, infatti, il burattino incontra di nuovo la Volpe e il Gatto e con loro semina le monete d'oro nel «Campo dei miracoli». Sventatezza (e voglia di scansar fatica) subito punite: i due compari gli portano via i danari e il giudice del luogo, cui Pinocchio denuncia il furto, lo ficca subito in prigione.




 

4 - Pinocchio va al Paese dei Balocchi
 

Gli episodi narrati già dicono quanto Collodi abbia dato ai ragazzi con questo libro: degli insegnamenti di vita, semplici e veri, facendo muovere un burattino che, in un mondo di favola, si comporta come tutti i ragazzi di questo mondo. Pinocchio è spensierato come tutti i ragazzi; e come loro racconta bugie (ma gli cresce il naso a dismisura); crede a chi promette mirabilità (ma ci rimette di suo); non dà retta a chi ha più esperienza (e si caccia nei guai); vuol evitare quanto sia peso e dovere (ma ne resta sonoramente punito). Però, come tutti i ragazzi  conserva anche la fresca generosità, l'amore e l'eroismo di un cuore spontaneo: e saranno, alla lunga, queste virtù a vincerla e a fare del burattino di legno un ragazzo perbene. Alla lunga però: sincero è infatti il dolore che il burattino prova, uscito di prigione, nel vedere una tomba al posto della casetta della Fatina; e sincera è la sua gioia nel ritrovare lei viva nell'isola delle Api industriose, dove Pinocchio arriva a nuoto, dopo aver inutilmente tentato da solo di portare aiuto a Geppetto, partito per mare su un fragile guscio alla ricerca del figliolo. Ma dolore, eroismo, gioia e desiderio d'obbedire alla Fata proprio come ad una mamma son presto messi da parte: prima, marinata la scuola con una banda di scapati, Pinocchio rischia di finire nella padella del Pescatore Verde. Poi combina la marioleria  più grossa: proprio quando la Fata, perdonandogli ogni cosa, gli promette che l'indomani diverrà un ragazzino perbene, si lascia convincere dall'amico Lucignolo a fuggire con lui nel Paese dei Balocchi dove i ragazzi vivono senza scuola, senza maestri, e dove le vacanze «han principio col primo di gennaio e finiscono con l'ultimo di dicembre».
 
 
 
 
 
5 - Pinocchio nel pesce-cane 
 

Il giocar sempre, senza mai studiare, non può che far diventare somari i ragazzi. E' quel che capita a Pinocchio e a Lucignolo dopo cinque mesi di baldoria. Pinocchio, trasformato in un ciuchino, viene acquistato dal direttore di un circo equestre e tra paglia, fieno e frusta impara a diventare una grande attrazione per il pubblico.  Ed è in queste condizioni che egli scorge, tra il pubblico durante uno spettacolo, la buona Fata, con un medaglione al collo, ed in quel medaglione il ritratto del burattino Pinocchio. E tale è l'emozione che il ciuchino Pinocchio cade, compiendo un esercizio, e s'azzoppa. Così non serve più al circo. Lo compra un tale che, per ricavarne pelle da tamburo, lega un pietrone al collo del ciuco e lo butta in mare. Fortuna per Pinocchio  che i pesci accorrono su questo cibo inusitato (forse c'è anche l'opera della Fata) e lo liberano così all'involucro asinino. Pinocchio, tornato burattino, nuota libero per il mare verso una scogliera bianca dove l'attende una capretta dalla lana strana... d'un turchino sfolgorante come i capelli della bella Bambina. Ma prima che Pinocchio possa giungere alla scogliera ecco emergere un terribile Pesce-cane, «l'Attila dei pesci e dei pescatori» («più lungo d'un chilometro» senza la coda e «più alto di un casamento di cinque piani»). Invano Pinocchio raddoppia di lena e invano lo incita la capretta: il mostro gli è sopra e con una gran sorsata si beve il burattino tutt'intero. Fortuna, che Pinocchio può alzarsi, camminare nell'interno del pesce e dirigersi verso un fioco lumino lontano. E' il lume di una candela e lì Pinocchio ha la gioia di ritrovare Geppetto che era stato inghiottito a sua volta, vivo, dal Pesce-cane.
 
 



6 - Pinocchio diventa un ragazzino perbene 
 

Tante esperienze hanno ormai mutato Pinocchio e nulla appare della sua passata sventatezza, ma solo quando c'è in lui di buono, di generoso e di eroico. Con Geppetto sulle spalle fugge a nuoto dal Pesce-cane addormentato, e raggiunge la riva con l'aiuto di un tonno, già suo compagno di prigionia. A terra incontra delle vecchie conoscenze: la Volpe e il Gatto, assai male in arnese («la farina del diavolo va tutta in crusca»); ma non c'è più pericolo che Pinocchio si lasci incantare. E incontra anche il Grillo-parlante, che generosamente perdona a Pinocchio il cattivo trattamento e l'accoglie nella propria capanna assieme a Geppetto, sempre malaticcio. Per mantenere sé e il babbo Pinocchio si mette di buona lena a lavorare di giorno e a studiare di sera. Non solo; sentendo che la Fata è povera e malata all'ospedale, non esita a rinunciare a tutti i suoi risparmi per aiutarla. E' questa l'ultima prova che rivela il mutato animo del burattino: la notte sembra a Pinocchio di vedere in sogno la buona Fata che lo ringrazia e quando il sogno svanisce... ecco egli è in una casetta tutta nuova: nella stanza accanto Geppetto, sano e arzillo, è intento al suo lavoro, e Pinocchio non è un burattino di legno, ma un ragazzo come tutti gli altri.
La vecchia marionetta giace appoggiata ad una seggiola: «Com'ero buffo, quand'ero un burattino! E come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbene...».
 


   

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